Il rito del caffè al bar – come si fa e come berlo

Vi abbiamo parlato del nostro buon caffè... e ora parliamo di come farlo sempre buono!

Al bar il caffè è un rito ormai automatico per i baristi, che devono però stare sempre attenti a ogni fase, anche nei momenti nei quali la velocità sembra l’unica dote richiesta per servire tutti i clienti.

In cosa consiste?

Prima di tutto il “braccio”, meglio detto “portafiltro”, va pulito dal caffè precedente, preferibilmente con acqua calda o scovolino per eliminarne ogni traccia. In questo modo non si lascia il gusto di bruciato. Poi si passa dal dosatore, che macina il caffè al momento e si riempie il filtro con la dose esatta per un buon espresso (7/8 gr). Il barista a questo punto lo pressa manualmente con il pressino. In questa fase per avere una buona estrazione la precisione premia: la pressione deve essere omogenea e la polvere di caffè non deve fuoriuscire o rimanere sui bordi del filtro.  

A questo punto si aggancia il portafiltro alla macchina, calibrata con la giusta temperatura dell’acqua (circa 90°), e si fa scendere la bevanda per 20/30 secondi.

Ma se il caffè è un rito per il barista, lo è anche per il cliente, che finalmente si gode il momento di pausa al bancone. Il caffè va bevuto in tazza già calda, per mantenerne la temperatura dopo l’estrazione. I cultori del caffè, ovviamente, lo bevono puro, senza zucchero.

Ma la storia del bicchierino d’acqua? Fa parte del rito del caffè al bar?

Ecco una questione dibattuta che spesso mette in crisi al momento dell’ordine. Bicchierino d’acqua sì o no? Ma, soprattutto, perché?

Qualcuno, nel dubbio, lo chiederà per soddisfare la sete, ma la vera funzione del bicchierino è quella preventiva al caffè: si beve un po’ d’acqua per sciacquarsi la bocca e gustare meglio l’aroma dell’espresso, che poi andrebbe invece lasciato persistere, essendo piacevole (questo, ovviamente, se il caffè è un buon caffè!).

Vi abbiamo anche parlato del nostro viaggio a Napoli alla ricerca del miglior caffè italiano. Ecco coloro che ci hanno convinti e aiutati nello scegliere la miscela per il nostro punto degustazione.

Caffen è nata nel 1955 nel cuore dell’antica Napoli dalla grande passione per il caffè del fondatore napoletano doc Don Luigi Percuoco. che solo un  come il fondatore Don Luigi Percuoco.

Oggi, grazie alla sua alta qualità, garanzia dell’eccellenza napoletana, più che alla commercializzazione che non è mai stata selvaggia, il marchio Caffen (acronimo di “Caffè Napoletano”) è diffuso in tutto il mondo.

Merito dei viaggi di Don Luigi, fatti per selezionare le migliori qualità di crudi e sperimentare le tostature e le miscele più idonee per assicurare ai consumatori un caffè di grande qualità dal gusto inconfondibile.

L’azienda seleziona ancora oggi caffè verde proveniente da piantagioni che possano garantire qualità, costanza e assenza di difetti, oltre all’attenzione all’ambiente e alla salvaguardia dei lavoratori, in paesi come Brasile, Centro America, Columbia e India.

Vi aspettiamo a colazione, a metà mattina, dopo pranzo, nel pomeriggio e, perché no, alla sera, per gustare il nostro espresso Caffen dalla miscela napoletana e fatto secondo metodo!